American Sniper – Recensione

American Sniper – Recensione

American Sniper è uscito nelle sale italiane l’1 gennaio conquistando il box office. Il film si basa sull’omonima autobiografia di uno dei migliori cecchini degli U.S. Navy Seals Chris Kyle, che sullo schermo vediamo con il volto di Bradley Cooper, impegnato anche come produttore della pellicola, e a dirigerlo il nome illustre di Clint Eastwood. 

Chris Kyle nasce e vive con la sua famiglia in Texas. E’ qui che si formerà, attraverso gli insegnamenti del padre,  il suo carattere dominato da un forte senso di giustizia. Proprio per questo non può rimanere indifferente quando nella tanto triste quanto famosa data dell’11 settembre 2001 Chris assiste ai terribili eventi che hanno sconvolto non solo l’America, ma tutto il mondo, iniziando un devastante periodo di guerre e attentati terroristici. Da qui, e dalla rabbia per il tradimento della sua ragazza, la decisione di arruolarsi nei Navy SEAL, le Forze per Operazioni Speciali della Marina degli Stati Uniti, specializzati anche in antiterrorismo, e il viaggio che lo porterà in Iraq.

Dopo un duro addestramento, assistiamo all’evoluzione non solo della sua carriera, ma anche della propria vita. Da semplice soldato diventa ben presto per tutti una “leggenda”, un soprannome che li si cuce addosso per essere un vero “talento” nel sparare al nemico. E se i suoi compagni lo adorano, gli iracheni sono pronti a offrire una taglia per vederlo morto. Allo scenario di guerra si alternano quei pochi momenti di intimità che spettano al soldato, che riabbraccia sua moglie, interpretata da Sienna Miller, e i suoi figli dopo una lunga assenza; dopo ogni turno svolto in quel terribile posto Kyle porta i segni devastanti sulla sua pelle, ma ancora di più nella sua mente e nella sua anima, sentendosi in colpa per i soldati che non riesce a salvare e costringendosi a portare avanti la sua missione anche a costo di perdere la sua famiglia. Forse solo in quello che sembra il momento più drammatico, ma anche l’arrivo della vendetta finale, Chris si rende conto di dover tornare dalla sua famiglia. Ma un uomo che ha visto la guerra in Iraq, non può tornare alla civiltà così facilmente. Troverà il giusto equilibrio nell’aiutare i reduci, ma forse per un brutto scherzo del destino, è proprio da uno di loro che troverà la morte.

Clint Eastwood ci riporta nella violenza della guerra in Iraq, nei sacrifici dei soldati partiti da vari paesi nel tentativo di distruggere il male del terrorismo, negli occhi spaventati di chi non ha potuto far niente per opporsi a quel clima di terrore e ne ha pagato le conseguenze, nelle ferite, fisiche e psichiche, di chi ha dovuto mettersi in prima linea per difendere il bene. Tra questi paladini del bene abbiamo Kyle, una figura ambigua: la Leggenda, il Diavolo, il cecchino terribile, l’eroe, ma anche l’uomo che sa di trovarsi di fronte a esseri umani a cui toglie la vita per salvarla ad altri. Lo vediamo nell’esitazione di sparare a donne e bambini, lo fa solo se costretto, per difendere se stesso e gli altri soldati suoi compagni. Dall’ altro lato abbiamo il nemico di Kyle, il cecchino iracheno, anche lui uccide per difendere i suoi. Due uomini quasi simili in contrasto tra di loro e solo uno rimarrà in vita.

American Sniper convince il pubblico che lo premia con un secondo posto tra i film più visti in questi giorni, con commenti positivi sui social, con applausi in sala durante e alla fine del film. Lo emoziona, lo spaventa, lo commuove, lo porta ad ammirare in silenzio la pellicola fino alla fine, ed esce dalla sala completamente soddisfatto per uno dei film che si aggiudica le nomination per le sezioni Migliori dieci film dell’anno e Miglior Regista. Sicuramente è presto per parlare di premi, ma la Warner e Eastwood possono ritenersi soddisfatti del loro prodotto. Da un lato opposto però c’è anche chi lo critica con un’argomentazione più basata sulla figura eroe del soldato che sulla regia indiscussa di Eastwood.

Al di là del concetto di guerra e pace, bene e male, credo che sia un film da non perdere e personalmente non ho visto una proclamazione da eroe, ma un percorso di un uomo che con le sue convinzioni e con i suoi valori ha ritenuto di fare quello che riteneva giusto, lottando a volte anche con la sua coscienza. Almeno questo è quello che si vede sullo schermo.

Bradley Cooper c’è! Lodato anche dal regista, entra completamente nella parte, e non solo fisicamente con i quasi 20 chili in più ottenuti con un particolare e sicuramente durissimo allenamento, ma anche questo vuol dire esser professionali no?

E voi siete già andati a vedere American Sniper? Come lo avete trovato?

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